MOSTRA DELLA CANCELLERIA, CASA MADRE, 10 APRILE 2017.

Il 10 aprile è stata inaugurata presso la Casa della storia della mamma a Zagabria la mostra dei libri e delle usanze pasquali in Croazia, alla quale hanno partecipato dieci minoranze nazionali; ceco, ungherese, macedone, polacco, ruteno, russo, slovacco, sloveno, italiano e ucraino. Ogni minoranza ha presentato se stessa, le proprie uova di Pasqua e altre decorazioni pasquali e alcuni altri piatti. Oltre alle minoranze nazionali sono esposte anche le cartoline pasquali croate realizzate da artisti popolari, da alcune parrocchie e da suore.

La mostra è stata aperta dal sindaco della città di Zagabria, Milan Bandić, e i partecipanti sono stati accolti da; Zoltan Balaž-Piri, segretario del Coordinamento dei Consigli e dei rappresentanti delle minoranze nazionali della Città di Zagabria, presidente del Vijać della Minoranza nazionale ungherese della Città di Zagabria e presidente del Coordinamento dei Consigli e dei rappresentanti della minoranza nazionale ungherese della Croazia, e Mina Petra Petričec, presidente della Casa croata Mother’s Story. Un gran numero di visitatori ha assistito all’inaugurazione della mostra, dove il professore etnologo Josip Barlek, curatore senior del Museo etnografico di Zagabria, ha parlato delle usanze pasquali e della storia delle uova di Pasqua.
L’inaugurazione della mostra è stata accompagnata dalla musica del Wisla, il coro misto del KD polacco “Nikola Kopernik”, che ha cantato diverse canzoni pasquali in polacco.

IL PRIMO SINDACO CONOSCIUTO DELLA CITTÀ DI ZAGABRIA

Considerato che la costruzione delle mura, delle torri e dei baluardi, in quanto il primo impegno dei coloni di Grič, durò 24 anni a partire dall’insediamento intorno allo scheletro della città reale, gli operai edili furono, senza alcun dubbio, gli artigiani zagabresi più antichi. “Durante la fortificazione della nuova città, costruendovi case e trasferendovi i loro palazzi, i nostri cittadini fedeli ebbero notevoli spese, incessante lavoro e danni gravissimi”, scrisse il re Béla IV nel 1266. La bolla d’oro, emanata il 16 novembre 1242 e chiamata così per il sigillo in oro, regolamentava l’insediamento della parte occidentale della collina zagabrese ed era il principale codice civico ed atto giudiziario penale. In breve, Gradec è diventata libera città regia ed i suoi abitanti conseguirono dei privilegi che consentirono un certo livello di autogoverno ovvero il diritto di eleggere l’autorità suprema della città ed il magistrato, il diritto al commercio ed al mercato. I podestà ed i magistrati venivano eletti tra ricchi commercianti, favoriti del re.

Il primo sindaco conosciuto che viene menzionato con il proprio nome nei documenti che risalgono addirittura al 1256, ovvero solo 14 anni dopo la concessione reale, come “capitano” di Gradec era un ricco uomo d’affari, favorito della dinastia degli Arpadović, COMESO PERCHINUS, chiamato Perkin (Perin) o Periklo, mercante di merci di lusso di origine veneta ed il principale protagonista della cosiddetta colonia veneta sul versante occidentale della collina zagabrese di Gradec. Dalla sua prima menzione documentata risulta che Perkin ricevette dal re il podere Glavnica ubicato nello Zelinsko prigorje in cambio delle merci veneziane preziose di valore pari a 120 marchi. Nel corso del boom del mercato immobiliare negli anni successivi, comprava e vendeva terreni da Sopnica fino a Pokupsko, anche facendo uso dei documenti contraffatti. Era considerato un ottimo consulente finanziario e così divenne nel 1266 “podestà” di Gradec. Béla IV, re d’Ungheria e di Croazia, gli era presumibilmente rimasto debitore e nel 1272 fu nominato capo della zecca regia di Gornji grad, dove venivano coniati i denari zagabresi.

La sua fine fu tragica. Al ritorno da Napoli, dove aveva svolto per il re d’Ungheria e di Croazia una missione diplomatica molto importante, venne ucciso in una imboscata di briganti. Perkin, il primo sindaco conosciuto, non realizzò una sola ambizione nella sua vita troppo breve – non prese il titolo di nobile!

Fonte: “Storie di Zagabria”, “Gli italiani a Zagabria” dott. Filip Škiljan

A cura di Oskar Arlant